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Mamma mia!” I miei primi 18 anni da mamma!

Mamma mia!“, è la frase perfetta non solo per ricordare il musical della drammaturga inglese Catherine Johnson basato sulle canzoni degli Abba, ma è proprio per affermare l’incredulità che siano passati i miei primi 18 anni da mamma, sì perché oggi, venerdì 29 luglio 2022 mia figlia diventa maggiorenne!

  • Rimanere senza parole;
  • Imparare a fare la mamma;
  • Criticare a fin di bene;
  • È soprattutto una questione di vestito.

Rimanere senza parole

Finalmente è arrivato il fatidico giorno e io non so proprio cosa dire. Difficile per me ammetterlo, ma sono quasi senza parole. Potrei iniziare proprio dall’inizio, da quando sei nata, quel fatidico 29 luglio 2004 e ricordare tutti gli aneddoti e le vicende a seguire ma ciò sarebbe una narrazione quasi priva di ‘contenuto’, nel senso che sarebbe un semplice ricordare ciò che è stato (e che per sempre rimarrà) mentre io voglio sottolineare l’ultimo periodo, quello in cui sei uscita un po’ dal guscio, quello dove io non ti riconosco, perché sei diventata grande, perché sei diventata altro da me e da noi.

Lo so che i figli sono sempre figli, ‘so piezz e core’ ma proprio in quanto ‘piezz’ sono qualcosa di esterno, qualcosa di distaccato e quindi come tali alla ricerca e alla conquista del proprio posto nel mondo.

Tu fragile e forte, tu dolce e guerriera, tu bambina e donna, tu figlia e futura genitrice.

Imparare a fare la mamma, niente di scontato

Sembra impossibile ma il tempo è passato inesorabile, giorno dopo giorno, e sebbene l’inizio sia stato un po’ difficile, ho imparato a fare la mamma e le cose sono andate solo a migliorare.

Eh sì perché partorire non significa essere automaticamente mamme (ci sono tante mamme e tanti papà senza essere passati dall’esperienza fisica del parto ma su questo argomento invito tutti a leggere i libri di Massimo Recalcati), significa entrare da soli e uscire in due (o più) e iniziare un’avventura senza fine.

Diventare madre è un processo in divenire che progredisce con il crescere della creatura stessa e anche quando quest’ultima si distaccherà definitivamente, tu la sentirai sempre parte di te.

Alcune persone vivono il parto in modo sereno e costruttivo, diventando fin da subito delle super mamme, altre ci mettono più tempo e magari arriveranno ad essere “solo” delle mamme, ma non per questo, meno speciali per i figli.

Sì perché spesso il concetto di super mamma è decretato da altre mamme e non dai bambini e spesso il senso di inadeguatezza, che accompagna alcune neo mamme, proviene proprio dal confronto e non dalle creature per cui sei e resterai il più importante riferimento.

Non esistono corsi e soprattutto non si nasce con un ruolo predefinito. Si ascolta e ci si ascolta, dando la possibilità a se stessi di essere ‘apprendiste’.

Alle mie studentesse spesso, scherzando, dico: “diffidate di chi vi parla di gioia, subito dopo il parto” perché spesso non è così e soprattutto non lo è per tutti. La gioia nel diventare madre c’è e arriva prorompente ma non per tutte nello stesso modo e allo stesso momento.

Un po’ criticoni ma a fin di bene

Si sa i genitori sono un po’ criticoni, soprattutto da un certo punto in poi, tipo dai tredici o quattordici anni in su. Spesso, lo facciamo a fin di bene! Vogliamo talmente bene ai nostri figli, alle nostre creature che viaggiamo ad una velocità raddoppiata e prevediamo chissà quali nefaste conseguenze.

Certo abbiamo esperienza ma abbiamo anche tanta paura, ansia, angoscia e tendiamo a giudicare il loro futuro con le nostre paure. Vogliamo evitare loro le nostre difficoltà, i nostri problemi, le nostre paure senza considerare che tra 10 o 20 anni la situazione sarà completamente diversa, forse in peggio, ma loro, nel frattempo saranno cresciuti, avranno costruito la propria identità e troveranno le soluzioni come le abbiamo trovate noi.

Quello su cui dobbiamo lavorare, mi sento di suggerire (e non sono certo la sola), è sul concetto della fiducia, che non vuol dire “dire sempre di sì” ma vuol dire crescerli in un clima di possibilità, lasciando aperta la porta della comunicazione e la possibilità di sbagliare, oggi considerata come un’esperienza devastante e senza ritorno!

É tutta una questione di vestito

Mi sono resa conto che compiere 18 anni è diventato un evento da festeggiare quasi come una laurea o un battesimo e quindi occorre comprare il vestito!

Noi abbiamo deciso di limitare i festeggiamenti, non abbiamo affittato un resort per l’occasione, e senza nulla togliere a chi ha voglia di farlo abbiamo organizzato un evento semplice (apericena in piazza con musica dal vivo, che abbiamo ovviamente rimandato a causa degli eventi) ma non abbiamo rinunciato a comprare un bel vestito!

Il vestito è bellissimo e tu con esso sei semplicemente extraordinaire…domani purtroppo non potrai indossarlo ma non ha importanza perché si tratta di  un semplice rimandare, mentre la ‘straordinarietà’ ti appartiene già e potrai sfoggiarla ogni giorno.

Ultimissime riflessioni!

Attenzione Adulti, una piccola ma recalcitrante guerriera di nome Greta sta per approdare nel vostro mondo e non fatevi ingannare dalla sinuosità o dalla delicatezza dei suoi tratti, se deve, sa tirare fuori arco e freccia e colpire dove fa più male!

E tu Greta non ti lasciare intimidire da questo strano mondo degli adulti, spesso tante cose ti sembreranno strane e avrai voglia di guardare indietro e di stare ancora un po’ con quelli ‘più piccoli’, non ti preoccupare e scegli ciò che ti fa stare meglio, indipendentemente dall’età. Non pensare mai di non essere in grado o di non riuscire, impegnati e combatti e otterrai quel posto al sole di cui tutti abbiamo bisogno.

Auguri Greta!

Article by Mamma Alessandra Andreani

Photo by Papà Alessandro Landozzi